Corella. L’ombra del Borgia - Federica Soprani, RECENSIONE

 

 

Titolo: Corella. L’ombra del Borgia
Autore: Federica Soprani
Casa Editrice: Nua edizioni

 

 

RECENSIONE

 

CORELLA. L’OMBRA DEL BORGIA – FEDERICA SOPRANI

 

Salve readers, il libro di cui voglio parlarvi oggi è completamente fuori dalla mia comforte-zone, non amo il genere, non amo la materia, o meglio, ho smesso di amarla tanti anni fa, quando un’insegnante, che probabilmente aveva sbagliato mestiere, me la fece detestare.

Sto parlando della storia, e in questo caso del romanzo storico.

Ho scelto di leggere questo libro perché il modo in cui è scritto mi ha conquistato fin dall’estratto che ho visto allegato alla trama, readers oggi vi parlerò di Corella. L’ombra del Borgia di Federica Soprani.

«La mia vita, dite? A quale vita vi riferite? A quella del sicario Micheletto, a quella dell’umanista Michele Corella, o ancora a quella del giovane Miguel de Corella? 

Gli uomini si lamentano della brevità della propria esistenza, ma in poche decine di anni possono susseguirsi così tante storie diverse, come se un unico arco vitale fosse condiviso da più individui. È difficile da concepire, se ci pensate.»

«L’ho sempre detto, Michele Corella. Siete un filosofo mancato,» sentenziò Machiavelli, incapace di celare, questa volta, una nota divertita.

Il prigioniero sospirò stancamente nel buio.

 

Ho affrontato questa lettura con scettiscismo, pensando che nonostante il bell’esempio di scrittura non sarebbe riuscita a coinvolgermi, niente di più sbagliato.

Il modo in cui la Soprani scrive e affronta la storia del sicario umanista è talmente coinvolgente da non avermi permesso di posare il kindle finché non ho letto l’ultima parola.

È stata capace di farmi simpatizzare con quell’uomo che ha rinunciato a completare i suoi studi per mantenere la promessa fatta al suo amico, Cesare Borgia, di farmi provare empatia per un assassino, che so aver davvero commesso le atrocità che gli vengono attribuite.

Ho amato il modo in cui la Soprani fa emergere il tormento interiore del Micheletto, che nonostante il suo animo fosse originariamente orientato allo studio e alla scrittura, si vota completamente alla causa del Borgia, senza fare domande, senza mai opporsi al suo amico, pur non condividendone le manie di grandezza

Corella. L’ombra del Borgia, non nasconde nulla della storia, ne fornisce solo una versione romanzata e più piacevole da leggere.

Quella solitudine la indossava come un mantello drappeggiato intorno alla propria persona, un abito su misura che si era adeguato nel tempo ai mutamenti del suo corpo e del suo spirito, mantenendolo sempre distante dagli altri. 

Gli permetteva di scomparire in una sala gremita, di rendersi invisibile e svanire agli sguardi, perfino a quelli degli amici. 

Faceva parte della sua natura, ormai, una dannazione divenuta un talento che si era rivelato provvidenziale in molte occasioni e che, come tutto il suo essere, era stato posto al servizio di Cesare Borgia. 

Essere la sua ombra, quell’ombra di cui sentiva da sempre di essere fatto, era una conseguenza inevitabile della quale solo lui e Cesare erano pienamente consapevoli. Era alla base del loro tacito accordo.

La narrazione è storicamente accurata, ma arricchita di quei particolari che sono riusciti ad invogliare alla lettura perfino me, e credetemi, farmi leggere un romanzo storico non è impresa da poco.

Ogni personaggio ha apportato alla narrazione molto più di quello che la storia racconta, Corella. L’ombra del Borgia, mette al corrente il lettore degli stati d’animo di ognuno: la paura di Macchiavelli di perdere quel fine scrittore di sonetti, la strano rapporto di Michele e Lucrezia, la presunta liaison tra Lucrezia e Cesare, la promiscuità di Caterina Sforza, ma soprattutto mette a nudo ogni stato d’animo di Michele Corella.

«Siete solo due ragazzini, non c’è niente da fare! Adorabili, a vostro modo, e arroganti, ma indubbiamente due ragazzini!»

Se nelle sue parole voleva esserci un intento offensivo Michele non lo colse. Si limitò a sbuffare una risata. 

Non si sentiva più un ragazzino da così tanto tempo da non provarne neppure nostalgia, e davvero non si capacitava di come quella donna cresciuta troppo in fretta, esattamente come era accaduto a loro, potesse affermare con tanta sicurezza il contrario.

«Forse è così, madonna Sforza.» Si passò le dita sul mento.

 

La Soprani sviscera ogni sfumatura dei pensieri del sicario di Cesare Borgia, dalla decisone di mettersi al servizio del suo amico, alla forza dimostrata nel non tradirlo nemmeno sotto tortura.

Ho amato davvero ogni riga di questo libro alternando momenti di totale empatia nei confronti del Corella a momenti di odio profondo per il sicario senza pietà.

Ora tocca a voi leggerlo, e spero vogliate commentare per farmi conoscere la vostra opinione, per ora quindi vi auguro buona lettura, Jenny.